Conoscere gli ETF

Una guida completa e semplice che ti aiuta a
comprendere le basi per muovere i primi passi con gli ETF

Una guida completa e semplice che ti aiuta a comprendere le basi per muovere i primi passi con gli ETF

Cenni storici sugli ETF
Cosa sono gli ETF
Tipologie di ETF
Come funzionano gli ETF

Cenni storici sugli ETF

Una crescita inarrestabile che ha raggiunto oltre 8000 miliardi di dollari di capitale gestito

L'unione fa la forza

La necessità di creare un sistema di investimento collettivo risale al lontano 1774 da un gruppo di investitori Olandesi che decise di mettere insieme i propri capitali per creare quello che diventò il primo Fondo Comune di Investimento al mondo dal nome “Eendragt Maakt Magt”, ovvero “L’unione fa la forza”. Il fondo è durato oltre 120 anni e detiene ancora oggi il record come strumento di investimento più longevo che sia mai esistito.

Fondi comuni aperti

Nonostante il successo iniziale, i fondi comuni non divennero uno strumento d’investimento molto popolare prima degli inizi del novecento. La svolta avvenne nel 1924 negli Stati Uniti con la nascita dei primi fondi aperti in grado di creare e liquidare delle quote.

I primi ETF

L’idea di creare un fondo negoziato in borsa (ETF) ha le sue origini in seguito al crollo della borsa del 1987, conosciuto da tutti per il famoso “Black Monday”. Proprio per le dinamiche di questa giornata gli investitori istituzionali sentirono la necessità di poter scambiare grandi quantità di quote in tempo reale senza dover aspettare la chiusura dei mercati. Dal 1990 in poi negli USA ci furono diversi tentativi di raggruppare delle azioni in un paniere e scambiarle in borsa come singola unità, ma solo nel 1993 nacque quello che viene considerato il primo tra gli ETF moderni: lo “SPDR ETF S&P 500”. Emesso da State Street Global Advisors offriva la stessa performance del benchmark e aveva commissioni molto basse rendendolo accessibile a chiunque. Grazie ad un grande successo, nacquero presto gli ETF che replicavano l’indice Dow Jones e Nasdaq. Verso la fine degli anni 90, lo sviluppo degli ETF divenne inarrestabile e furono introdotti fondi su tutti i principali indici azionari settoriali Statunitensi.

L'arrivo in Europa

Per quanto riguarda il mercato europeo degli ETF, i primi strumenti sono stati quotati nell’Aprile del 2000. Le Borse pioniere sono state quelle di Francoforte e di Londra, seguite da Zurigo, Stoccolma e Parigi. Il debutto del primo ETF a Piazza Affari risale al 30 settembre 2002. Da allora hanno conseguito un successo impetuoso testimoniato sia dall’incremento dei volumi di scambio che da un numero costante di nuovi ETF emessi in quotazione. Un successo inarrestabile che ha convinto i responsabili di Borsa Italiana nell’Aprile del 2007 a dedicare una segmentazione di negoziazione apposita: ETFPlus.

Cosa sono gli ETF

Lo strumento finanziario più innovativo e di successo che ha ridisegnato il panorama degli investimenti

Definizione di ETF

Cosa sono gli ETF? Gli Exchange Traded Funds sono dei fondi d’investimento passivi che hanno come principale obiettivo la replica di un indice (azionario o obbligazionario) come l’s&p 500 o il FTSE MIB. La loro caratteristica principale è che, a differenza dei comuni fondi d’investimento, sono negoziati in borsa e si possono acquistare o vendere in qualsiasi momento durante l’orario di apertura dei mercati.

Orientarsi tra ETP, ETF, ETN e ETC

Con il termine ETP (Exchange Traded Products) si intendono tutti gli strumenti finanziari negoziati in tempo reale sui mercati regolamentati il cui obiettivo primario è replicare l’andamento di un indice di riferimento o di un determinato asset sottostante. All’interno dell’ampia famiglia degli ETP si possono distinguere:
ETF (Exchange Traded Funds) mirano a replicare un indice;
ETC (Exchange Traded Commodities) mirano a replicare l’andamento delle commodities come oro e petrolio;
ETN (Exchange Traded Notes) mirano a replicare l’indice di tutti gli altri strumenti non raggiungibili mediante gli ETF come le valute e i tassi di interesse.

Vantaggi degli ETF

Semplicità

Non sono presenti requisiti minimi di ingresso e si possono negoziare direttamente da qualunque home banking durante gli orari di apertura dei mercati.

Diversificazione

Tramite un singolo ETF si accede con un’unica transazione a un paniere di centinaia di titoli, riducendo il rischio che si avrebbe con un investimento unico.

Trasparenza

Sul sito web degli emittenti si può consultare l’esatta composizione dell’ETF, i costi di gestione, l’esposizione valutaria o geografica, il rating creditizio o la modalità di replica.

Accessibilità

Con oltre 8000 ETF quotati a livello globale si può investire in ogni angolo dell’economia, anche in mercati di nicchia e in paesi in via di sviluppo o di difficile accesso come la Cina.

Sicurezza

Il patrimonio dell’ETF è separato rispetto a quello dell’emittente ed è di esclusiva proprietà dei possessori delle quote, garantendo agli investitori la massima sicurezza.

Economicità

La politica di gestione passiva degli ETF permette agli emittenti di abbattere i costi tipici di un fondo attivo, riducendo le spese di gestione tra lo 0,15 e 0,40% medio annuo.

Tipologie di ETF

Lo strumento ideale per fronteggiare un mercato sempre più complesso e soddisfare continuamente la domanda degli investitori

ETF azionari

Rappresentano la categoria più ampia e consolidata, attraverso un ETF Azionario si accede ad un paniere composto da centinaia o in alcuni casi migliaia di titoli.
Classificazione più utilizzata:
ETF per Singoli Paesi: Permettono di investire sui principali indici azionari di ogni singolo paese come il FTSE MIB, l’S&P 500 o l’MSCI China.
ETF per Aree Geografiche: Permettono di investire con un’esposizione geografica ben definita come i Mercati Emergenti, l’area Asiatica del Pacifico, il Sudafrica o tutta l’Europa.
ETF Globali: Offrono un’esposizione ad un paniere di azioni di società di tutto il mondo. Tra questi ETF sicuramente il più utilizzato è quello che replica l’indice azionario mondiale MSCI WORLD.
ETF Settoriali: Permettono di investire direttamente su uno specifico settore industriale come la tecnologia, la sanità, le banche o le infrastrutture.
ETF Tematici: Di ultima generazione, permettono di esporsi su uno specifico tema di investimento come l’invecchiamento della popolazione o i cambiamenti climatici.
ETF Immobiliari: Un’alternativa per investire nel settore immobiliare attraverso i REIT (Real Estate Investment Trust) delle società per azioni quotate in borsa che generano i loro ricavi dalla vendita e locazione di immobili sia ad uso abitativo che commerciale.

ETF obbligazionari

Al secondo posto per capitalizzazione, gli ETF Obbligazionari offrono accesso a un portafoglio di bond selezionati sulla base di diversi criteri. Affacciandosi ad ogni angolo del mercato mondiale, si possono classificare in base a:
Emittenti: ETF che investono in Titoli di Stato (government bond) o obbligazioni societarie (corporate bond).
Rischio del credito: ETF che investono in obbligazioni con rating Investment Grade o High Yield.
Tipologia di obbligazioni: A tasso fisso, variabile o zero coupon, oppure bond convertibili o indicizzati all’inflazione.
Diversa scadenza: ETF che investono su obbligazioni con specifiche scadenze (0-3 anni, 3-5 anni, 5-7 anni, 7-10 anni, +10 anni).
Aree geografiche: ETF con esposizioni su bond di determinati paesi come l’Europa, gli USA, la Cina o i Paesi Emergenti.

ETF monetari

Sono degli ETF Obbligazionari che investono prevalentemente in Titoli di Stato con breve scadenza (non oltre i 24 mesi). La loro caratteristica è quella di mantenere il prezzo stabile nel tempo senza subire grandi oscillazioni, infatti proprio per questo motivo non vengono utilizzati come un vero investimento, ma come strumenti per il deposito temporaneo della liquidità.

ETF strutturati (ETN)

Come dice il nome stesso sono dei particolari ETF che al loro interno presentano una “struttura” più complessa rispetto a quelli tradizionali.
Si possono distinguere in due tipi: ETF Inversi (short) e ETF a Leva (leveraged).
ETF Short: mirano ad ottenere un guadagno nelle situazioni di calo dei mercati e si apprezzano quindi nei momenti ribassisti. Vengono utilizzati sia in ottica speculativa, sia come copertura per limitare l’effetto temporale negativo dei mercati.
ETF a Leva: mirano ad amplificare il movimento del corrispondente benchmark di riferimento. Pertanto se un indice si apprezzerà di un 2% un ETF a leva 2 di conseguenza guadagnerà un 4% e viceversa se l’indice perderà un 3% l’ETF seguirà con un -6%.

ETC

Gli ETC sono degli strumenti finanziari che replicano in maniera passiva l’andamento di una materia prima o di un metallo prezioso. A differenza degli ETF che investono in un paniere diversificato di titoli, gli ETC investono in una singola materia prima come l’oro, il petrolio, il gas o il grano. Le società emittenti possono acquistare direttamente la materia prima come avviene con l’oro e l’argento (ETC contenenti la dicitura “physical”) o investire indirettamente in “contratti future” sulla materia prima come avviene con il petrolio e il gas (in quanto sarebbe difficile detenerli stoccati “fisicamente”).

ETF attivi

Negli ultimi anni l’evoluzione del mercato degli ETF ha portato alla creazione di ETF basati su strategie di gestione attiva. Questi strumenti a differenza della tradizionale gestione passiva mirano ad ottenere un rendimento migliore rispetto ad un indice di riferimento (in termini di rendimento oppure volatilità), attraverso una gestione flessibile secondo determinati criteri di selezione.

Come funzionano gli ETF

Grazie alle peculiarità degli ETF è possibile costruire strategie di investimento adatte a soddisfare le richieste di ogni investitore

La gestione passiva

Un ETF è costituito da un paniere di titoli con l’obiettivo di replicare in maniera accurata e in tempo reale l’andamento di un Indice di Borsa, chiamato tecnicamente Benchmark. L’andamento dell’ETF dipenderà esclusivamente dall’indice di riferimento e proprio per questo motivo vengono definiti fondi a gestione passiva. A differenza di un fondo gestito attivamente, un ETF non mira a battere il benchmark, ma a eguagliare le sue prestazioni. Grazie a questo sistema gli ETF garantiscono un costo di gestione estremamente basso, nettamente inferiore a quello di un fondo a gestione attiva.

La replica del benchmark

Nel tempo sono stati sviluppati diversi sistemi di replica per far si che le performance al netto dei costi di gestione siano il più possibile allineate a quelle del benchmark. Quando avviene tramite l’acquisto di tutti i titoli che compongono l’indice di riferimento, si parla di ETF a replica fisica totale, mentre se viene fatta selezionando solo una parte di essi si ha una replica fisica ottimizzata o a campione. Un ulteriore metodo utilizzato è la replica sintetica nella quale l’ETF investe il patrimonio in un paniere di titoli (differenti dall’indice) ed allo stesso tempo sottoscrive un operazione in swap con una banca internazionale con lo scopo di scambiare su base giornaliera la performance dei titoli nei quali ha investito con la performance dell’indice sottostante.

Utilizzo dei proventi

In base alle strategie di investimento che vengono scelte si possono selezionare due varianti di ETF (spesso anche dello stesso ETF) che si differenziano in base alla politica di distribuzione dei proventi adottata.
Gli ETF a distribuzione (sia azionari che obbligazionari), come dice il nome stesso, distribuiscono periodicamente i proventi maturati dai dividendi o dalle cedole dei titoli che detengono in portafoglio. Gli ETF ad accumulo al contrario non distribuiscono i proventi, i quali vengono reinvestiti nel capitale dello stesso ETF per acquistare ulteriori titoli dello stesso portafoglio. Attraverso questo meccanismo si può beneficiare della capitalizzazione composta.