India verso il terzo posto tra le economie mondiali, opportunità per investire?

da | Gen 17, 2022 | Approfondimenti

Nel 2022, per la prima volta, l’economia mondiale supererà i 100.000 miliardi di dollari, con due anni di anticipo rispetto alle previsioni, in base a quanto afferma il Centre for Economics and Business Research. Secondo le stime la Cina strapperà agli Stati Uniti lo scettro di prima economia al mondo nel 2030, mentre l’India quest’anno si avvia a superare la Francia, per sorpassare la Germania nel 2023 (attualmente al quarto posto preceduta dal Giappone) e raggiungere entro il 2030 il terzo posto del podio, insieme a Cina e Stati Uniti. L’accelerazione nella crescita economica mondiale è attribuibile agli stimoli elargiti per far fronte alla pandemia e alla ripresa che hanno innescato. Una ripresa però accompagnata da un balzo dell’inflazione che, se si dimostrerà persistente, rischia di causare un recessione nel 2023 o nel 2024, avverte sempre l’istituto di ricerca. Il caro prezzi è ormai un fenomeno diffuso a livello globale, accentuato dalle strozzature alle catene di approvvigionamento, alle quali si è aggiunta una meno passeggera inflazione salariale. In cabina di regia tra le economie mondiale troviamo l’India, che nel 2021 ha confermato il Pil in crescita del 9,5% e si prevede un 8,5% per l’anno in corso, analizzando lo stesso frangente di tempo la Cina ha raggiunto un 8,5% e si stima un 5,6% per il 2022, mentre restano indietro gli Stati Uniti con 6% e 5,2% di stima. Dal fronte pandemico i dati sono stati incoraggianti, già dalla fine dell’anno appena trascorso il Governo Indiano aveva comunicato la somministrazione di oltre 1 miliardo di dosi di vaccino e superato la vaccinazione per più della meta della popolazione. Dati che hanno favorito una ripresa economica e sono stati accompagnati da una performance ottimistica del mercato azionario che ha chiuso il 2021 con un + 28%.

L’India si prepara ad assumere il ruolo della Cina nei portafogli di investimento?

L’India è una potenziale opportunità per gli investitori che vogliono seguire la crescita economica prevista per i prossimi anni.  Potrebbe anche essere la soluzione ideale per ridurre l’eccessiva esposizione della Cina nei più importanti indici dei mercati emergenti ponderati per la capitalizzazione. Praveen Jagwani, Ceo di Uti International (una delle più grandi società di investimento asiatiche) afferma che “L’India ha dimostrato di avere l’aspirazione e la determinazione per controbilanciare la Cina nell’Indo-Pacifico”.

Le performance del mercato indiano

Nell’ultimo decennio l’indice MSCI India ha garantito ritorni annualizzati più alti dell’MSCI Emerging Markets Index e, per la maggior parte del tempo, anche della Cina. Il grafico sottostante raffigura l’andamento di 4 differenti ETF negli ultimi due anni: In giallo Ishares Core S&P 500 Ucits ETF; in blu Lyxor MSCI India Ucits ETF; in arancione Ishares MSCI Emerging Markets IMI Ucits ETF: e in celeste Xtrackers MSCI China Ucits ETF.

Come investire nell’azionario Indiano?

Su Borsa Italiana sono quotati 3 ETF replicanti l’azionario Indiano, il più grande per capitalizzazione (817 mln) e longevità è sicuramente: Lyxor MSCI India UCITS ETF (INDI), con un ter dello 0,85% annuo e accumulazione dei proventi, replica in modo sintetico (unfunded swap) l’indice azionario MSCI India.

Come investire nei Titoli di Stato Indiani?

Ad Ottobre del 2021 il gestore Inglese Legal & General Investment Management ha lanciato sul mercato  L&G India INR Government Bond UCITS ETF (TIGR), che offre esposizione a un segmento del mercato a cui gli investitori non potevano accedere in precedenza. Il mercato dei titoli di Stato indiani in valuta locale è ancora un’area di nicchia del reddito fisso, ma sta iniziando a svilupparsi rapidamente e sarà aggiunto entro il 2022 al più ampio indice dei mercati emergenti di JP Morgan. L&G si rivolge a una base di investitori piuttosto di nicchia con questo prodotto, ma che potrebbe espandersi man mano che JP Morgan aggiungerà obbligazioni indiane ai suoi indici. Il TIGR con un ter dello 0,39% annuo e una replica fisica ottimizzata, offre esposizione attualmente a 14 titoli di stato indiani in valuta locale con durata variabile da 3 a 29 anni, tutti resi accessibili agli investitori stranieri. L&G è il primo emittente ad offrire esposizione ai titoli di stato indiani nella loro valuta locale, l’indice replicato fornisce un rendimento di circa il 6% da cedole, ma espone al rischio cambio. Negli ultimi dieci anni, la rupia indiana si è deprezzata rispetto al dollaro USA di oltre il 30%, tuttavia l’ultimo valore minimo è stato toccato ad Aprile del 2020 e da allora il prezzo sembra poter accennare segnali di stabilizzazione. Sebbene sia ancora troppo presto etichettare questa opportunità come le prossime obbligazioni cinesi, è possibile tracciare parallelismi e ci sono molti buoni motivi per essere interessanti. Il rischio principale risiede nella rupia indiana, condizionata dalle prossime mosse della Fed, dai tassi e dall’inflazione.

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